Disturbi del sonno nei bambini, come intervenire

I bambini hanno bisogno di dormire bene per crescere bene, questo è quello che raccomandano gli esperti. Un buon sonno, infatti, favorisce la corretta crescita ed è molto importante per lo sviluppo psico-motorio. Proprio per questa ragione, i disturbi del sonno rappresentano una delle maggiori preoccupazioni dei genitori e di conseguenza uno dei motivi più frequenti di visita pediatrica.
Continui risvegli durante la notte da parte del bambino non è solo uno squilibrio per il suo riposo, ma anche per l’intera famiglia. Le cause possono essere molteplici, ma è possibile intervenire su più fronti per far in modo che la situazione migliori.
Quali sono i disturbi del sonno nei bambini?
E’ curioso sapere che secondo alcuni studi effettuati sembra che i bambini oggi dormano circa due ore in meno rispetto ai bambini di cento anni fa. I bambini che soffrono di disturbi durante il sonno sono in aumento e questo potrebbe essere un grosso problema con effetti negativi sulla salute del bambino. Se non curati adeguatamente potrebbero compromettere la qualità della vita del bambino e preoccupare i genitori con stati di ansia e stress.
I principali disturbi del sonno nei bambini sono:
- insonnia (20-30%)
- parasonnie (25%)
- disturbi del ritmo circadiano (7%)
- disturbi respiratori del sonno (2-3%)
- disturbi del movimento legati al sonno (1-2%)
- ipersonnie (0,01-0,20%)
Vediamone alcuni (quelli più frequenti) nel dettaglio:
1. Insonnia
Il disturbo del sonno nei bambini più comune è sicuramente l’insonnia. I sintomi sono gli stessi che si manifestano negli adulti, ovvero, avere difficoltà nel prendere sonno o nel mantenere sonno. Per quanto riguarda i bambini molto piccoli, al di sotto di un anno, non si può parlare di insonnia in quanto i risvegli frequenti sono fisiologici e quindi assolutamente normali. Il sonno dovrebbe regolarizzarsi intorno ai 3 anni, ma quando questo non accade cominciano a nascere le prime preoccupazioni da parte dei genitori.
Come si manifesta l’insonnia
Addormentarsi può diventare difficile per i bambini per diverse ragioni: per via di cattive abitudini, per l’assenza di una routine serale, per via di un cambiamento o per aver trascorso una giornata diversa dal solito, molto intensa e ricca di stimoli. In quest’ultimo caso, i bambini hanno la tendenza a restare vigili e attenti, per questo è consigliabile, almeno un’ora prima di andare a dormire, di non fargli praticare nessuna attività particolarmente stimolante o eccitante.
Quali sono le cause
I risvegli notturni, però, possono essere dovuti anche a delle condizioni cliniche, come apnee, allergie, reflusso gastro-esofageo o a delle difficoltà respiratorie. Anche durante la fase dell’adolescenza è possibile che si manifesti l’insonnia per via dei cambiamenti ormonali e sociali tipici di questa fascia di età. Insomma, i continui risvegli e avere difficoltà ad addormentarsi possono essere legati a normali momenti di crescita o cambiamento delle abitudini, ma quando bisogna preoccuparsi davvero?
L’insonnia, sia nei bambini che nei ragazzi, può essere un campanello d’allarme importante da cogliere, per questo è fondamentale porre particolare attenzione in queste circostanze. Per comprendere la causa dell’insorgenza di questo disturbo, può essere utile dedicare del tempo ai più piccoli, ma anche ai ragazzi e ascoltarli in modo tale da stabilire un rapporto di fiducia e per conoscere eventuali preoccupazioni.
2. Terrori notturni
I terrori notturni non sono molto frequenti nei bambini, ma destano sempre molta preoccupazione da parte dei genitori. Questo fenomeno, noto anche come pavor nocturnos può presentarsi nelle prime ore del sonno o nelle prime ore del mattino. Generalmente, la durata di ogni singolo episodio è molto breve e va dai 5 ai 15 minuti, ma in alcuni casi può protrarsi fino ad un’ora.
Come si manifestano i terrori notturni
Durante quest’episodio il bambino non è cosciente, fissa il vuoto con gli spalancati, può mormorare, gridare o agitarsi, non si sveglia anche se viene chiamato e quando finisce di riaddormenta. Il giorno seguente il bambino non ricorda assolutamente nulla di quello che è successo. Durante un terrore notturno è importante che il bambino non venga svegliato, basta sorvegliarlo per evitare che possa farsi del male. Solitamente, i terrori notturni sono più comuni tra i bambini dagli 1 agli 8 anni, ma in qualche caso è possibile si verifichino anche in bambini più grandi.
Quali sono le cause
Non vi è una causa certa di questi episodi, ma diversi fattori possono influenzarne la comparsa come mancanza di sonno, febbre, ricordi, eccitazione vissuta prima di andare a letto, esperienze durante la giornata o medicinali che agiscono sul sistema nervoso centrale. I terrori notturni possono spaventare molto i genitori, ma in realtà si tratta di episodi normali che scompaiono da soli con la crescita.
Tuttavia, vi sono delle eccezioni per cui è meglio parlarne con il pediatra, ovvero quando durante l’episodio il bambino ha delle convulsioni, sussulti o presenta rigidità; quando le crisi durano più di mezz’ora; quando i terrori notturni non diminuiscono con il tempo, ma aumentano; quando il bambino si mostra angosciato durante il giorno, tanto da interferire con le normali attività quotidiane.
3. Sonnambulismo infantile
Il sonnambulismo infantile è un disturbo del sonno che si manifesta durante le ore di sonno profondo, anche detta fase REM. Può presentarsi a partire dai 2 anni e continuare anche in età adulta. Secondo uno studio, un ruolo importante nell’insorgenza del sonnambulismo infantile è dovuto alla predisposizione genetica, ma possono esserci altri fattori che possono influenzarne la comparsa come la presenza di febbre, apnee notturne, privazione di sonno e stress. Il bambino sonnambulo può compiere diversi gesti a occhi aperti come alzarsi, mettersi a sedere, parlare, cantare o emettere suoni poco comprensibili. Durante questi episodi si raccomanda di non svegliare il bambino, ma di condurlo con attenzione a letto.
Come intervenire?
Il sonno è una componente fondamentale per il benessere e la qualità della vita di ogni essere umano e lo è ancor di più per un bambino. Il bambino infatti, nei primi anni di vita, alterna sonno, cibo e gioco e in tutto ciò il cervello inizia a formarsi ed evolvere. Proprio la fase del sonno è fondamentale in questa fase. Per favorire il buon sonno e il suo mantenimento nel bambino può essere utile mettere in pratica alcuni consigli come:
- metterlo al letto più o meno sempre alla stessa ora;
- svolgere attività rilassanti prima di andare a dormire come il bagnetto, una doccia rilassante o leggere una favola;
- portarlo a letto quando è assonnato, ma ancora sveglio;
- creare penombra già un’ora prima di metterlo a letto;
- evitare che si addormenti mangiando, bevendo o cullato tra le braccia;
- favorire un’alimentazione equilibrata;
- regolare l’esposizione alla luce;
- non consentire l’utilizzo di TV, PC o smartphone prima di andare a letto.
Se nonostante tutta la buona volontà non si riescono ad ottenere i risultati sperati, allora si può provare con degli infusi di camomilla, passiflora e melissa, delle sostanze naturali conosciute da millenni per favorire il sonno e il rilassamento e ovviamente contattare un medico pediatra.
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